giovedì 4 giugno 2009

La balla va al mercato

La Lega vorrebbe che la Cee tassasse le merci cinesi, che stanno rovinando le aziende europee a causa del loro costo bassissimo. Ma finché laggiù le cose resteranno come sono, il costo delle loro merci resterà imbattibile. Lo sanno tutti, ormai che il costo del lavoro là è ridicolo, e non ci sono contributi sindacali o pensionistici né altri oneri aggiuntivi per limitare infortuni e inquinamento. Il regime, pur cautamente orientato verso il libero mercato, tiene ancora le briglie ben strette sui diritti civili. Ne fan fede le migliaia di fucilazioni e le persecuzioni delle minoranze etniche, come quella tibetana. Ne fa fede il silenzio totale sul ventennale della strage di Piazza Tien An Men.

Anche nel vicino “paradiso rosso” vietnamita, i Montagnards, che rifiutano l’assimilazione culturale e politica da parte di Hanoi, subiscono da decenni una spaventosa pulizia etnica che è arrivata fino alla sterilizzazione obbligatoria delle donne. Altro che Chiapas! Altro che Gaza! Ma lassù non c’è nessun subcomandante Marcos pronto a ricevere i Bertinotti e i Minà in gita con telecamere al seguito, nessun emulo del Che disposto a cantare con loro “hasta la victoria siempre” fra tequila e tortillas. Solo Pannella se ne occupa, come sempre inascoltato.

E comunque non ci illudiamo che le frontiere fermino i popoli e le dogane i prodotti. Il nostro mercato occidentale ormai è viziato da un welfare che sarà impossibile mantenere, è strozzato dalla burocrazia ed è inquinato dalle truffe finanziarie, al punto che le imprese europee ed americane più sveglie guardano alla Cina e all'India come ai mercati del futuro, unici sbocchi per non chiudere. Sarà (lo è già...) una guerra epocale, e dovremo urlare al miracolo se resterà circoscritta al piano economico. Ma qui riempiono i giornali su Noemi, non hanno spazio per le cose serie. Tanto, come i danni da inquinamento e gli interessi passivi sui derivati firmati dal 70% dei comuni italiani, saranno i nostri nipoti a pagare gli sconquassi portati dal mescolarsi planetario di povertà e ricchezza.

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