mercoledì 10 giugno 2009

Ave Maria in stand-by

I vecchi ricordano bene i fatti lontani. Basta saperli ascoltare, sfrondando i loro discorsi da quella “laudatio temporis acti” che è una costante di tutte le epoche, ed è psicologicamente comprensibile. Il resto, cioè i fatti e i personaggi, sono una galleria preziosa di “storia minore”. Sembra quasi che gli scomparsi evocati aleggino nei pressi dell'anziano narratore, lieti di quell’estremo scampolo di visibilità che viene loro fornito, di quell’ultima occasione di vita virtuale. La sopravvivenza nella memoria altrui è un privilegio riservato ai grandi. A chi ha lasciato una traccia forte nell’arte, nella scienza, nella politica, insomma nella “storia maggiore”. Agli altri, che sono i più, è concessa solo l’umile occasione del ricordo di chi li conobbe in vita, e te ne parla. Anche solo citandone una curiosità, una battuta.

Io ebbi per anni una segretaria, ora scomparsa da tempo. Era separata, con grossi problemi in famiglia che sopportava con la lacrima facile e con la fede forte. Se mi scappava una bestemmia, lei si faceva il segno della croce, cercando di non farsi vedere. Mai mancata un giorno. Fumava come un turco, tossiva (tutti le dicevano “smetti o ti becchi il cancro ai polmoni”) e invece se l’è portata via un tumore al pancreas, che col fumo non c’entra niente. Bèh, sapete con cosa ha stampato il suo ricordo in me? Con una cosa da nulla: la fotocopiatrice dell'ufficio. L'avevo comprata nell’89 e nel 1996, quando lei morì, andava ancora benissimo. Però, come tutte le fotocopiatrici di quella generazione, se schiacciavi il pulsante quando era in stand-by, ci metteva un bel po' di secondi a tornare operativa.

A me, se avevo fretta o semplicemente ero nervoso (il che mi capita quasi sempre), quell’attesa pareva insopportabile. Sacramentavo come un portuale, prendendomela con la macchina: "Accenditi, bastarda, porco qui e porco là..." Ricordo che Franca (così si chiamava la mia segretaria) mi disse un giorno, sentendomi cristonare : “Non è poi così lunga quest'attesa, signor Collino: dura esattamente quanto un’Ave Maria”. Provai: era vero. Da allora, tutte le volte che trovavo la macchina in stand-by, non mi arrabbiavo più. Dicevo un’Ave Maria, e il tasto diventava verde all’amen, come per un arcano comando. Continuai a farlo anche dopo la morte della mia impiegata. La macchina si rendeva operativa sempre all'amen, ma con una piccola, delicata variante che avrei imparato ad apprezzare come un balsamo miracoloso anni dopo, alla morte di mia figlia: da qualche parte, sopra o dietro di me, avvertivo la presenza e il sorriso timido di Franca.

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