venerdì 12 giugno 2009

Pantani & pantani

C'è una poesia come commento al post di ieri. Ed anche un'oscura chiosa alla medesima che parla di bidelle (?). Anni fa un lettore mi scrisse: “al rogo le poesie, illusioni ottiche dell’anima se va proprio di lusso, altrimenti cialtronate pazzesche”. E citava, a conforto della sua invettiva, le biografie di due grandissimi poeti. Leopardi “che se fosse stato quello sciupafemmine che ogni uomo sogna d'essere non avrebbe scritto un solo verso”. Dante “quel nazionalcialtrone che moraleggiava sistemando all’inferno gli avversari politici e in paradiso quelli che potevano tornargli utili". Gli avevo risposto che la polemica non era nuova (l'aveva già fatta Marinetti agli inizi del '900), ma era errata la sua impostazione, perché la poesia non ha alcun bisogno di essere 'giustificata' dalla biografia del suo autore.

La poesia esiste in sé, è già presente in natura, e spesso si serve degli esseri più strani ed improbabili per affiorare. Nell’autore noi celebriamo solo il “medium” che ci ha messi in contatto (talvolta inconsapevolmente) con essa. In un certo senso capitò così anche con Pantani, vista l’ondata d’emozione che travolse l’Italia (complici anche i mass media che l’alimentarono con stucchevole compunzione) dopo la sua morte. Chi disse che era solo la triste fine d’un drogato dopo una carriera viziata dal doping, non aveva capito che il Pantani uomo c’entrava poco col Pantani-mito. Lui era stato, come succede per la poesia, solo un medium. Solo il terremoto subacqueo che aveva scatenato in superficie, nel mare degli amanti del ciclismo, uno tsunami di passione

Passando dalla stessa fessura attraverso la quale fluisce la poesia nelle parole “ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera”, ci travolse un'ondata di emozioni antiche, di ricordi epici (Coppi sull'Izoard...). Veder pedalare sulle salite quell’omino calvo, con le orecchie a sventola e la smorfia della fatica sul volto, ci aveva spettinato il cuore. Quel nano giallo in fuga ci aveva trafitti proprio come "sul cuor della terra un raggio di sole". Ma fu subito pera.

14 commenti:

  1. trafitti e commossi. quando c'era e quando se n'è andato, che sono certa avrebbe voluto rimanere. girasole_

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  2. - continua a stuzzicarmi, Giove, e allora:

    Che bella
    che grande
    che muta passione
    che quando non puoi dire
    ti arroventa
    che quando non puoi piangere
    ti strozza
    che se tenti di esprimere
    svanisce

    fatta di luce
    come l’arcobaleno.

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  3. L’argomento “Pantani”, nel post in esame, pare costituisca esclusivamente un mezzo per disquisire di poesia. Corre, tuttavia, l’obbligo di aggiungere qualche precisazione, in merito al “mezzo” di cui sopra. Infatti, per quanto la vera storia del leggendario campione non centri con il tema del pezzo, mi sembra comunque opportuno sottolineare che Marco Pantani non è mai, ripeto: MAI, stato trovato positivo ad un controllo anti-doping (e sfido chiunque sostenga il contrario ad esibire comprovata documentazione, al riguardo).
    Il 5 (o era il 4) giugno del 1999, a Madonna di Campiglio, è stato squalificato dal Giro d’Italia (che avrebbe vinto a mani basse) in quanto il suo ematocrito superava la soglia limite, che è un po’ come squalificare Armstrong perché produce, sotto sforzo, una minor quantità di acido lattico rispetto agli altri atleti, oppure come squalificare Indurain perché il suo cuore registra, a riposo, un numero di battiti inferiore rispetto a quello di qualunque altro essere umano sia stato misurato sotto questo profilo. E’ vero, il Pirata tirava di coca, ma è presumibile abbia iniziato a farlo dopo la ricordata squalifica, non foss’altro perché ciò non è mai emerso dagli svariati esami del sangue a cui è stato sottoposto nel corso delle gare, sia prima che dopo l’inizio delle sue disavventure con la giustizia sportiva. Sono d’accordo nel ritenere che quello del ciclismo sia un mondo sporco, a patto che si abbia l’onestà intellettuale di ammettere, al contempo, che i controlli effettuati in quell’ambiente sono semplicemente ridicoli e spesso non dimostrano assolutamente nulla. A tale proposito, è sufficiente ricordare come alcune sostanze chimiche sia lecito assumerle (ad es. la creatina) se si rimane entro certi parametri quantitativi; come dire: sei un drogato, se fumi sei spinelli al giorno; non lo sei, se ti fermi a cinque. Per non parlare, infine, delle modalità mediante le quali viene rilevata l’assunzione di quelle sostanze, che non tengono mai conto delle diverse capacità di metabolizzazione, che variano da un organismo all’altro, nonché delle possibili interferenze: se assumi un tot di quel dato stimolante, ok; se mescoli, però, quel “tot” con un campari, dagli esami anti-doping risulterai essere un drogato. Ma che ce volete fa? Anche Guariniello deve trovare una giustificazione ai suoi oltre 200.000 euri di imponibile fiscale all’anno (dato riferibile al periodo d’imposta 2005)"..
    Saluti.
    Michele

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  4. @michele:
    anche se viviamo in una repubblica, meriti il titolo di Marchese di Sparacazzate e il collare di Gran Margravio del Luogo Comune:
    anche l'ignoranza, infatti, può essere splendida e talune contraddizioni meravigliose, ammesso che tu offici ogni giorno all'altare della Buona Fede.
    Se poi mi rispondessi che sei medico, non faresti che confermare un dubbio che da tempo immemore mi rode.

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  5. ..lietissimo di ricevere gli epiteti di cui sopra, poichè - stante la totale assenza di aspetti sostanziali e argomentazioni critiche - non fanno che ribadire in modo inequivocabile la fondatezza delle tesi suesposte. Averne, di commentatori come te, caro "appropoò"! Emblema del vero incentivo a fugare ogni dubbio circa le proprie convinzioni.
    Da ultimo: non ha importanza che io sia medico, spazzino o prostituta: solo i coglioni, infatti, reputano fondata o meno una data tesi sulla base del titolo di cui può fregiarsi l'autore.
    In gamba, e, please, commentami sempre, quando scrivo sul blog, chè sei una vera iniezione di fiducia (senza, davvero, alcuna ironia).
    Michele

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  6. forse mi rode lo stesso dubbio, appropò. ma quel che Michele riassume è cronaca pura e indiscutibile. e la cronaca è la sostanza della Storia.
    temo che in altro mitreo tu debba sacrificare per onorare verità che non infangano l'unico incolpevole.

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  7. Mi sia concesso, dato che mi riesce bene (ho fuso una Delta e due Dedre negli ultimi vent'anni) di spezzare una lancia in favore di Eddy Ottoz (blog "appropo'"). Eddy è il massimo esperto di doping esistente in Italia. Ha scritto libri fondamentali sul tema. E' un alto dirigente della Fidal, che è costretta a tenere costantemente monitorato l'evolversi del fenomeno. Segue ormai il doping genetico, visto che quello chimico è quasi preistoria. Sa davvero tutto, sull'argomento. E conosce a menadito i casi famosi (come quello di Pantani), uno per uno. Però, se dice "sparare cazzate" non lo fa con l'acribia del saccente verso l'ignorante, ma col sorriso indulgente e luminoso (sapeste come illumina il sorriso di Eddy) del vero goliarda e dell'uomo onesto fino all'autolesionismo. E' franchezza bonaria, la sua, senza astio, tant'è vero che dà per scontata la buonafede di Michele e di Girasole.
    I quali, a loro volta, sono perdonabilissimi e comprensibilissimi perché sono due dei tanti innamorati di Pantani. Ecco perché il mio accostamento della poesia al "folletto giallo" non era fuori tema. Pantani "era poesia" suo malgrado, perché come ho detto la poesia esiste in natura "a prescindere" dalle siringhe, e resta tale anche a dispetto delle medesime. Imparate dunque ad amare anche il Pantani drogato (su cui Eddy è ferratissimo): ne gusterete meglio il mito, la poeticità, l'immortalità. Basta esser chiari, e non volerlo assolvere a tutti i costi, facendone a posteriori una vittima innocente di chissà quali congiure. Se poi mi dite che altri ciclisti si dopano e non vengono beccati o se beccati non vengono sanzionati come lui, avete ragione. Nel ciclismo professionistico, però, senza aiuti chimici semplicemente non ci arrivi neppure. Si dopano persino i dilettanti, persino i vecchietti delle corse seniores... Però nel mio post si parlava di lui. Di Pantani. E di poesia.

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  8. Il doping è come il nucleare: tutti hanno un'opinione precisa, tranchante, ma non sanno di che cosa parlano.
    Non so chi sia Michele, che conosco solo quale fine conoscitore di single malts, ma il mio riferimento al "medico" voleva solo giocare d'anticipo per tagliare corto, non certo essere supponente nei confronti di operatori ecologici e meritorie professioniste. Intendevo dire, e qui lo ribadisco per dovere di chiarezza, che lo status di medico nessuna credibilità avrebbe aggiunto alla tesi da lui sostenuta, ritenendo io che di queste cose i medici "normalmente" non capiscono una sacrosanta ceppa (come peraltro nulla sanno dei sani, essendo abituati a vedere solo malati, altro tema che ci porterebbe lontano).
    Il tema è complesso e, ribadisco, l'esperto di Glen Grant ha condensato le più ritrite e consunte cazzate in merito, con, appunto, quella patina di politically correct che, in Italia, sistema sempre tutto.
    Se Michele lo desidera, posso rispondere punto per punto al suo commento, ma sarebbe lungo e noioso per i più, proprio come un discorso tecnico sul nucleare che non si basi sulle foto dei bimbi sfigurati dalle radiazioni dopo Hiroshima.
    Certamente ci divide (ed è anche una delle poche cose su cui non sono in sintonia con Zeus) l'opinione su Pantani e, per fare buon peso, possiamo aggiungere Maradona et al.
    D'altra parte, forse tutto ciò è inutile, vi basti leggere il commento di anonymous ore 13:46:51 che definisce "cronaca pura e indiscutibile" il post del sommeiller. Evidentemente anche lui non conosce la materia, né le carte e, se ha letto qualche libro in proposito (su Pantani end/or processo juve) non ha letto i libri giusti.
    La cronaca pura e indiscutibile, quella vera, rivela ben altro. La Gazzetta dello Sport, che organizza il Giro, non so.
    I coglioni, infine, come ho recentemente scritto, malgrado quanto sostenuto sugli atlanti di anatomia, sono molti di più di due.
    Il polso d'Indurain è off-topic. Quello del navarro era, infatti, lento né più né meno di quello di tutti coloro che sostengono un certo tipo di "preparazione", salvo che di quello delle pippe non frega nulla a nessuno. Un po' di statistica non guasterebbe, così come una cyclette ai piedi del letto mentre si dorme con il cardiofrequenzimetro all'erta.
    Il commento di Michele andrebbe infine sottoposto all'analisi sintattica di Ari Seldon, come dice Asimov nella trilogia della Fondazione.

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  9. Siccome però direi che Michele non è un anonimo, ma potrebbe essere addirittura un amico di Manlio, siccome il discorso è lungo, e siccome certe cose si possono dire ma è meglio non scriverle (querela per diffamazione in agguato...), perché non ci vediamo una di queste sere alla pizzeria dei carmelitani scalzi?
    Al padrino di Michele e al mio (Manlio) la scelta del giorno e dell'ora, nonché del menu.

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  10. Manlio,
    i commenti, qui, sono moderati?
    Ne ho appena postati due, uno tra l'altro un po' lungo, e non vedo nulla. Me li sono fumati?

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  11. 1. Nessuno mette in dubbio la competenza di nessuno, tanto meno di Eddy
    2. Chiunque, ci mancherebbe, ha il diritto di contestare tutto ciò che vuole, e di certo non me la prendo per qualche epiteto offensivo rivoltomi, nonostante tu riconosca che se ti dicessi, per esempio, "cazzone" quello ti avrei detto e non altro, al di là delle interpretazioni attribuibili all’ingiuria. A meno di non suffragare l’idea che ogni insulto può essere inteso in diversi modi e quindi debba essere sempre accettato, in attesa di eventuali chiarimenti. Sgarbi ha fatto scuola, al riguardo: “Quando ho detto al Trio Medusa che sono dei culattoni raccomandati intendevo dire che sono stati fortunati ad evitare il servizio militare…”.
    3. Non ho mai detto che Pantani non era drogato (ho scritto l'esatto contrario), ma solo che non è mai risultato positivo all’assunzione di una specifica sostanza proibita, cosa che, qualora non fosse vera, potrebbe essere facilmente smentita citando un documento comprovante il contrario: non dovrebbe essere difficile, per un esperto in materia, no? Sul punto non necessito né di perdono, né di comprensione, perché quello citato è un fatto inequivocabile, perlomeno in termini di cronaca. Come mai Eddy non contesta nel merito ogni cosa che non condivide? Michele

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  12. segnalo che, nel frattempo, 'sto cazzo di blog.com si è rimesso a funzionare e i post precedentemente ingoiati sono apparsi dal nulla...
    Andare su Pantani & pantani per credere.

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  13. rispondo volentieri nel merito al primo commento di Michele.
    Punto per punto:
    1 - sul fatto che Pantani non sia mai stato trovato positivo all'antidoping posso rispondere in pizzeria, a microfono spento.
    2 - la sera precedente la penultima tappa di quel Giro, mentre era in testa e avrebbe sicuramente vinto (tappetta èiù passeggiata della domenica), Pantani, che "sarebbe stato avvertito" del prelievo antidoping della mattina seguente, volontariamente e incomprensibilmente "avrebbe" evitato di svegliarsi due ore prima per operare in modo da abbassare l'ematocrito sotto il livello di 50 (pratica diffusa nell'ambiente). Il risultato fu che lo beccarono con il sorcio in bocca. Si attribuisce il suo comportamento a sue errate valutazioni sulla propria "intoccabilità". Stava, secondo molti, già sviluppando quel delirio di onnipotenza che, successivamente, lo portò a comportamenti del tutto fuori registro (uno per tutti il famoso filotto di goriziana con l'auto ecc.). In realtà non credette possibile che sarebbero venuti a testarlo a Giro vinto, ed aveva maturato, come molti, la sicurezza che i test fosseto taroccati e che si faceva risultare positivo solo chi si voleva, e che mai a lui sarebbe capitato. Era "fuori di melone".
    3 - Un atleta, quanto più è grande e quanto più è allenato, tanto più acido lattico produce. La potenza lattacida, ossia la quantità di acido lattico che un atleta produce nell'unità di tempo, è la misura della sua classe e, a parità di classe, di condizione. Più ne produci (anche Armstrong), più vai forte. Il problema è come smaltirlo.
    4 - la bradicardia di Indurain era un fatto, a quel livello, normale. Era bradicardico come tutti gli altri ciclisti in grado di fare un Giro d'Italia o un Tour, solo che lui andava più forte. La stessa storia fu raccontata su Binda, poi su Bartali, poi su Coppi, poi su Merkx ecc. Una vecchia panzana (non che siano bradicardici, ma che siano i fenomeni dal cuore più lento della storia, epopee da giornalisti). Da quando poi hanno iniziato a utilizzare l'epo, quando il sangue diventa marmellata, anche los pippones hanno il polso a 36/34, ma non è un pregio, è un rischio. I ciclisti dormono con il cardiofrequenzimetro collegato ad una sveglia. Se il cuore scende nel sonno sotto le 32 pulsazioni, scatta un allarme, il fisio li sveglia, li sbatte su una cyclette e li fa pedalare cinque minuti per fluidificare il sangue, poi li rimette a formire, sempre con il cardiofrequenzimetro all'erta. Tra epo e bradicardia rischiano, infatti, l'arresto cardiaco. Vogliamo parlare di infarto mesenterico?
    5 - Quando Pantani abbia iniziato a tirare di coca non lo so, posso dire però che certamente negli esami del sangue non si può trovare ciò che non si cerca... sarò più chiaro in pizzeria.
    6 - l'affermazione che i controlli sono ridicoli confligge con quella iniziale che Pantani non sarebbe mai stato trovato positivo...

    continua (max 4096 caratteri)

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  14. riprendo:

    7 - l'affermazione sulla creatina è falsa. La creatina non è nell'elenco delle sostanze proibite. Il reato ipotizzato da Guariniello (assunzione di farmaci senza una patologia che lo giustifichi) ha a che fare con la deontologia medica, ma non ha alcunché a che fare con l'antidoping. La creatina non è una sostanza chimica, nel senso che non è un farmaco di sintesi, è una sostanza naturale classificata come integratore alimentare, non sottoposto a prescrizione medica. Che poi si confonda mediaticamente la legge italiana con la normativa sportiva è solo normale. Il tema è complesso, da pizzeria, ma solo perché qui richiederebbe troppo tempo, nulla di misterioso o segreto.
    8 - la velocità di metabolizzazione delle sostanze non c'entra, tant'è che non si cercano i metaboliti, bensì i cataboliti, ossia i prodotti del metabolismo, i quali sono presenti (salvo truffe di mascheramento) quale che sia la capacità (diciamo la velocità) di metabolizzazione del singolo individuo. I tempi di risposta alla convocazione per l'antidoping sono poi tarati proprio in funzione di rimanere comunque entro il range di efficacia delle analisi (non ti fa venire in mente nulla? 40' di ritardo?)
    9 - non esistono "stimolanti" ammessi, l'antidoping non misura la quantità, ma la presenza. Il problema della quantità esisteva per la caffeina, la quale è stata espunta dalle sostanze proibite. Rimane il problema del rapporto tra testosterone ed epitestosterone, complesso da trattare qui, ma che nulla ha a che vedere con stimolanti o Campari.
    10 - a proposito di Campari: l'alcool non è nella lista delle sostanze dopanti, così come la marijuana, anche perché entrambe fanno andare più piano e non più forte. Sono peraltro sostanze sottoposte a limitazioni in casi particolari: quando possono mettere a rischio la sicurezza e integrità degli atleti (alcool) e quando si gareggia in paesi nei quali il loro consumo ha rilevanza penale (alcool nei paesi islamici, marijuana in Giappone ecc.). Campari: megghiu che 'mmuriri!
    11 - le interferenze tra alcool e altre sostanze non ha rilevanza possibile con l'antidoping. E' vero peraltro che ci sono dei furbi in giro che raccontano panzane da bar per coprire i loro peccati.
    12 - Guariniello in pizzeria... ma qui è off-topic. Guariniello non ha alcuna competenza in ambito sportivo, e le sue indagini e sentenze non hanno effetto in ambito sportivo. Del suo 760 nulla so, ma anch'esso non mi sembra rilevante per la Wada.

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